La settimana scorsa ho intervistato Veronica Testa, una Mindset Coach che ha vissuto un momento molto particolare del suo business. Qualche mese fa, si era affidata ad una Social Media Manager che si è rivelata non essere in linea con i suoi valori e questo, assieme ad un carico di lavoro sempre maggiore, ha portato ad una situazione critica.
L’attività di Veronica infatti, è stata condivisa e ridicolizzata da un grosso account presente sui Instagram e Tok Tok, catapultandola in una vera e propria shitstorm.
A quel punto la decisione: mettere in pausa il Business per ben 6 mesi.
Puoi ascoltare qua l’episodio.
Ascolterai circa 1 ora e mezza di esperienza e consigli, da parte di una donna, che ringrazio immensamente e che non ha risparmiato di condividere ogni momento di sconforto e debolezza.
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Cosa troverai in questa Newsletter Alfa:
La storia di Veronica Testa (in breve)
Cos’è l’EFT Tapping
Differenza tra Psicologia, Counseling e Coaching
Il Vicolo Cieco
Muoviti e Vestiti
Veronica Testa è una Mindset Coach specializzata nell'accompagnare un pubblico femminile verso la realizzazione economica e professionale attraverso strumenti come la Manifestazione, il Journaling e l’EFT Tapping (dopo approfondiamo).
Originaria di un piccolo paese in provincia di Torino, Villar Perosa, cresce in un contesto familiare dominato da figure femminili, che influenzano profondamente il suo percorso. Fin da giovane, si appassiona alla crescita personale, grazie agli stimoli ricevuti da sua zia. Dopo studi linguistici e un'esperienza di vita a Londra, lavora in diversi settori prima di avvicinarsi al coaching. La perdita della madre e la maternità rafforzano la sua determinazione a creare un'attività indipendente che le permetta di conciliare lavoro e famiglia.
Durante il Covid, si forma nel coaching, ispirata dall’esperienza con una coach americana. Dopo aver conseguito diverse certificazioni, avvia la sua attività, specializzandosi in empowerment femminile. Nel tempo, con il crescere del suo business incentrato su corsi e consulenze 1:1, raggiunge traguardi stimolanti come quello di fatturare 10k al mese e affronta sfide importanti, tra cui una scelta errata di una collaboratrice.
Veronica racconta ai microfoni di Alfa (qua l’episodio), che in quel periodo era totalmente sconnessa a livello energetico e anche ciò che veniva postato sui social, non era allineato ai suoi valori. Questo a portato ad una vera e propria shitstorm dopo che un profilo con 1 Milione di followers su Instagram, ha re-postato, ridicolizzando, un suo contenuto.
Dopo questo evento, Veronica ha capito di trovarsi in un vicolo cieco e che era il momento di fermarsi; ha interrotto infatti ogni tipo di corso o consulenza per ben 6 mesi.
Oggi, si definisce in "rinascita" e ha sviluppato "Becoming", un percorso di 30 giorni basato su pratiche e riflessioni che l'hanno aiutata a superare il suo periodo più difficile. La trovi qua su Instagram.
Cos’è l’EFT Tapping
L'EFT Tapping è l’acronimo di Emotional Freedom Techniques e si tratta di una tecnica di auto-aiuto e rilascio emotivo che combina la psicologia energetica con la digitopressione. Si basa sull'idea che emozioni negative, stress e traumi possano bloccare il flusso energetico nel corpo e che stimolando determinati punti (simili a quelli dell'agopuntura) con leggeri colpetti delle dita, si possano sciogliere questi blocchi, ridurre lo stress e riequilibrare le emozioni.
Come funziona?
L'EFT Tapping prevede di:
Identificare il problema (un'emozione, un dolore fisico, un trauma, una paura, ecc.).
Formulare una frase di accettazione, es. "Anche se provo ansia, mi accetto profondamente e completamente."
Toccare con le dita specifici punti energetici sul viso, il torace e le mani, mentre si ripete la frase o si pensa all'emozione negativa.
Benefici dell'EFT Tapping
- Riduce stress e ansia
- Aiuta nella gestione delle emozioni negative
- Può alleviare dolori fisici legati allo stress
- Favorisce il rilascio di traumi ed esperienze negative
- Migliora la concentrazione e la fiducia in sé
È usato in psicoterapia, coaching e crescita personale per migliorare il benessere emotivo e la resilienza.
Differenza tra psicologia, counseling e coaching
Veronica mi ha raccontato anche in un modo molto semplice, ma efficace la differenza tra il mondo della psicologia, counseling e coaching. Ci dice:
La Psicologia si occupa del passato, dei traumi del passato, di elaborare il passato.
Il Counseling si occupa del presente: io sto vivendo un momento difficile, vado da un counselor che mi aiuta a navigare la situazione oggi.
Con il Coaching ti aiuto nel futuro, cioè io che sono coach ti aiuto a raggiungere obiettivi futuri.
Il Vicolo cieco
La storia di Veronica, mi ha ricordato il libro di Seth Godin “Il Vicolo Cieco”.
Il libro affronta il tema del successo e del fallimento, ribaltando l’idea tradizionale secondo cui la perseveranza è sempre la chiave per ottenere risultati.
L’autore sostiene che le persone davvero vincenti non si limitano a insistere, ma sanno anche quando è il momento di mollare in modo strategico per investire le proprie risorse in qualcosa di più promettente.
Seth Godin individua tre tipi di situazioni difficili che le persone affrontano nel loro percorso:
1. Il salto – Un punto di non ritorno in cui si è costretti a continuare, indipendentemente dalle conseguenze. Questa situazione è rara e spesso pericolosa, quindi poco rilevante nel contesto della crescita professionale e personale.
2. Il fossato – È quella fase di grande difficoltà che si incontra dopo l'entusiasmo iniziale di un progetto. Rappresenta il momento in cui, per progredire, bisogna superare sfide impegnative, accumulare esperienza e lavorare duramente. È la condizione che porta all'eccellenza: chi riesce a resistere ed emergere dal fossato si distingue dagli altri e ottiene successo.
3. Il vicolo cieco – È la situazione più pericolosa: ci si impegna costantemente, si investono tempo ed energie, ma i risultati non migliorano. È una condizione stagnante in cui continuare a insistere non porta alcun progresso. In questi casi, è fondamentale avere il coraggio di abbandonare il progetto per evitare di sprecare risorse e indirizzarle verso qualcosa di più produttivo.
La chiave del successo: sapere quando mollare e quando perseverare
L’errore più comune è trattare ogni sfida come un fossato, insistendo a oltranza anche quando ci si trova in un vicolo cieco. L'autore sottolinea che saper riconoscere la differenza tra le due situazioni è la vera abilità delle persone di successo.
- Nel fossato, bisogna resistere: è il percorso che porta all'eccellenza, e superarlo garantisce un vantaggio competitivo. Le persone che riescono a emergere sono poche, perché la maggior parte rinuncia quando il percorso diventa difficile.
- Nel vicolo cieco, bisogna mollare: continuare a investire energie in qualcosa che non ha prospettive di miglioramento porta solo a frustrazione e spreco di risorse.
L'abbandono strategico come strumento di crescita
Mollare non significa fallire, ma riprendere il controllo delle proprie scelte. Esistono due tipi di abbandono:
- Abbandono reattivo: è quello impulsivo, basato sulla paura o sulla fatica. È ciò che porta al fallimento.
- Abbandono strategico: è una decisione consapevole, che permette di ritirare risorse da un progetto fallimentare per investirle in qualcosa di più promettente.
Il libro invita a riconsiderare la convinzione che "chi molla è un perdente" e propone un nuovo approccio al successo: scegliere consapevolmente dove investire le proprie energie e accettare che, a volte, abbandonare un progetto è l’azione più intelligente per fare spazio a nuove opportunità.
Muoviti & Vestiti- Il Coraggio di scegliere
La rubrica self-improvement che mixa movimento e abbigliamento


Muoviti: nel movimento, la chiusura non è sempre segno di debolezza, ma un atto strategico di protezione. Chiudersi con le braccia, ripararsi, assumere una postura difensiva può essere il modo giusto per raccogliere le energie e decidere il prossimo passo. Nel business, questo si traduce nella capacità di riconoscere quando un progetto è un vicolo cieco e abbandonarlo con consapevolezza. Saper dire basta non è un fallimento, ma una decisione ponderata per redistribuire le proprie risorse in qualcosa di più promettente.
Vestiti: fermarsi non significa restare immobili, ma scegliere con lucidità la direzione da prendere. Un blazer con spalle strutturate non è solo un capo d’abbigliamento, ma un simbolo di determinazione: sostiene la postura, conferisce autorevolezza e aiuta a portare il peso delle proprie decisioni. Così come una giacca ben costruita definisce la silhouette, le scelte giuste definiscono il nostro percorso.