#01 Il Bias del Successo
Cosa hanno in comune Successo e Antipatia? La femminilità, forse :)
Sorrido al pensiero di aver scelto proprio questo titolo per la prima Newsletter ufficiale Alfa, ma in effetti è proprio una mia caratteristica essere attratta dalle contraddizioni e da ciò che non è usuale.
Andiamo per gradi, Alfa è la Newsletter che parla di fallimenti femminili. Il titolo del numero #01 però parla di successo, qual è il nesso?
Il Bias del Successo e la storia di Martha Stewart.
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Cosa troverai in questa Newsletter Alfa:
La storia di Martha Stewart (in breve)
Cos’è il Bias del Successo
Test Self Assessment scaricabile
5 strategie per combattere il Bias del Successo
Libri & Link di approfondimento
Muoviti e Vestiti
Complice Netflix, ho visto il documentario dedicato a Martha Stewart e mi è venuta voglia di conoscere meglio la sua storia, indagare le ragioni del successo, le dinamiche della sua condanna, fino ad arrivare alla sua riabilitazione.
Nel Podcast Alfa puoi ascoltare la storia dettagliata di Martha Stewart, qua cerco di riassumere, fare qualche riflessione e trarne qualche ispirazione e insegnamento.
Partiamo battendo forte le mani a questa donna che ha saputo creare un business basato sul personal brand, in tempi non sospetti.
Martha Stewart nasce a Jersey City nel 1941 e il suo primo vero lavoro è stato quello di modella, cercato per necessità economiche familiari. Una volta all’Università però incontra il suo futuro marito, si sposa all’età di 19 anni con una luna di miele in giro per l’Europa lunga 5 mesi e resta incinta di sua figlia Alexis. La sua carriera da modella non ha futuro, ma non è un problema perché, anche grazie al lavoro di suo suocero, Martha riesce ad entrare come trader a Wall Street nel 1968. Un traguardo molto importante anche perché era l’unica donna a lavorare in quell’ambiente, ma, seppur di rilievo, non sarà questa posizione a fissare Martha Stewart come un’icona. A seguito di un errore circa delle previsioni infatti, si ritrova in-occupata nuovamente e si trasferisce nel Connecticut con suo marito e sua figlia, costruendo la casa dei suoi sogni, Turkey Hill, circondata da rigogliosi giardini gestiti da lei stessa, e polli nel cortile.
Arriviamo così al 1976 e Martha Stewart, appassionata di cucina, bon ton, fai da te e ispirata dalla sua luna di miele, di decide di dedicarsi al catering. E lo fa alla grande, organizzando eventi per addirittura Paul Newman.
Da questo punto, la sua carriera si impenna velocemente; visibilità, coinvolgimento di massa e partnership strategiche (risulta familiare?), la portano a creare una sua società, poi quotata in borsa nel 1999.
Con la Crown Publishing pubblica il suo primo libro (ne seguiranno molti altri, ad oggi siamo a quota 100 libri pubblicati), comincia la sua collaborazione con K-Mart generando vendite per 70 Milioni all’anno. Riesce a creare la sua rivista Martha Stewart Living con TIME (dopo essere stata respinta da Condé-Nast) e comincia a fare anche TV dando vita appunto, alla società alla Martha Stewart Omnimedia che conta un fatturato di 200 Milioni all’anno!
Se proviamo a schematizzare abbiamo: engagement, libro (posizionamento e aumento del pubblico), collaborazioni. E il tutto ruota intorno al suo nome, al suo personal brand. Il lavoro di una vera e propria influencer ante-tempo. Il suo successo la porta ad essere la prima donna miliardaria d’America, lavorando di nuovo alla Borsa Americana e facendo anche parte del consiglio di amministrazione di Revlon.
Arriva il 2001 quando, prima di partire per le vacanze in Messico, decide di vendere le azioni della società farmaceutica del suo amico Samuel Waksal, perché stavano scendendo. Mesi dopo, inaspettatamente, viene accusata di insider trading per aver venduto azioni della società farmaceutica ImClone Systems, evitando così una grande perdita poco prima di un crollo delle azioni. Questo diventa un tema mediatico di portata nazionale, e la sua stessa azienda, Martha Stewart Living Omnimedia, ne soffre pesantemente. Le azioni della società crollano dell’86%, dimostrando quanto il suo personal brand fosse direttamente legato alla percezione pubblica della sua integrità.
L'accusa sosteneva che il suo broker, Peter Bacanovic, l'avesse informata che il fondatore di ImClone aveva ricevuto informazioni interne negative sul farmaco principale della società, spingendola a vendere le sue azioni.
Da qua comincia il suo fallimento, la stampa, che non aveva mai provato simpatia per Martha (v. Bias del Successo di seguito) fin dagli anni ‘90, comincia a stroncarla e, seppure le accuse di frode non ebbero modo di essere perseguite, venne indagata e condannata per cospirazione, ostruzione alla giustizia e falsa testimonianza.
Nel 2004, fu condannata a cinque mesi di prigione, cinque mesi di arresti domiciliari e due anni di libertà vigilata.
Dopo la sua pena, Martha tenta di tornare in TV, ma la sua autenticità si è ormai persa. Tornerà di nuovo al suo posto solo dopo la partecipazione al Roast Comedy Central, quando scioccò il pubblico con le sue battute e cominciò a girare lo show con Snoopy’s Dog.
Oggi Martha ha 83 anni e fa più reel di me.
Cos’è il Bias del Successo
Il bias del successo (o anche success-likability bias) si riferisce alla percezione distorta secondo la quale il successo e la competenza di una persona tendono a essere visti negativamente, soprattutto se applicati alle donne. È un fenomeno sociale e psicologico in cui il successo di una persona, in particolare se dimostrato con assertività e sicurezza, viene giudicato diversamente in base al genere.
Una donna di successo viene spesso percepita come competente, ma meno simpatica o meno “attraente” a livello personale.
Un esempio di studio su questo tema è quello famoso della caso di Heidi/Howard: una storia identica di successo aziendale fu raccontata a due gruppi diversi, cambiando solo il nome del protagonista da Heidi a Howard. Mentre Howard fu considerato simpatico e competente, Heidi fu vista come competente, ma anche più egoista e meno "piacevole".
Perché si verifica?
Il bias del successo si collega a stereotipi di genere tradizionali, secondo cui le donne vengono spesso apprezzate per qualità come gentilezza, empatia e cooperazione. Quando una donna mostra tratti come l’ambizione e la competenza in ruoli di alto livello, queste caratteristiche entrano in conflitto con le aspettative sociali, generando dissonanza cognitiva negli osservatori. Tale dissonanza si traduce in giudizi meno favorevoli e in una percezione distorta del suo successo.
Impatti sul lavoro
Questo bias ha effetti reali e limitanti per le donne nelle carriere professionali, rendendo difficile ottenere promozioni, riconoscimenti o consenso tra i colleghi. Sheryl Sandberg e altri studiosi sottolineano come sia importante lavorare su un cambiamento culturale e di consapevolezza per ridurre questi stereotipi. Combattere il bias del successo è essenziale per promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e meritocratico.
Con l’aiuto dell’AI, ho creato un test di Self-Assessment che calcola quanto ti influenza il Bias del Successo. Puoi compilarlo o scaricarlo a questo link.
Le soluzioni proposte
Sheryl Sandberg propone alcune soluzioni per contrastare il success-likability bias, soprattutto focalizzate sul cambiamento culturale e organizzativo per promuovere un ambiente inclusivo. Queste strategie mirano a ridurre il gap di percezione tra competenza e simpatia, promuovendo un cambiamento culturale che renda il bias del successo meno influente nei contesti professionali e sociali. Ecco i principali punti che suggerisce:
1. Condivisione della consapevolezza sul bias
Come prima cosa, c’è il suggerimento a sensibilizzare le persone sul bias stesso, perché riconoscere un pregiudizio è il primo passo per modificarlo. Incoraggia le aziende a formare i dipendenti e i dirigenti riguardo ai pregiudizi inconsci, compreso il bias del successo, per aiutarli a riconoscere come questi influiscano sui giudizi su colleghi e leader femminili. Sono molto curiosa di sapere se la tua azienda attua pratiche del genere o se magari ti ho ispirata a proporle, scrivimi! (qua nei commenti o se preferisci fiorella.annunziata@gmail.com).
2. Creare un ambiente di supporto reciproco
Costruire network di supporto e mentoring per le donne è essenziale per potersi confrontare e sostenere. Questi network non solo offrono appoggio morale, ma aiutano anche a normalizzare il successo e l’ambizione femminili, riducendo l'isolamento che spesso può derivare da stereotipi o pregiudizi.
3. Normalizzare l’ambizione femminile e ridefinire la leadership
Punto cruciale è modificare la percezione della leadership: si devono valorizzare sia l’ambizione sia la competenza nelle donne allo stesso modo in cui si valorizzano negli uomini. Inoltre, ritiene importante che le donne mostrino la loro ambizione apertamente, senza paura delle conseguenze sociali, e invita le aziende a celebrare i successi delle loro dipendenti con lo stesso entusiasmo con cui celebrano quelli dei dipendenti maschi.
4. Ispirare con modelli di ruolo visibili
Una delle soluzioni che Sheryl Sandberg propone è dare visibilità a modelli di ruolo femminili di successo, come CEO, fondatrici e leader, per mostrare che il successo femminile è possibile e per normalizzare l’immagine di donne che raggiungono posizioni di alto livello senza perdere simpatia o credibilità.
5. Creare politiche aziendali di inclusività
Infine, incoraggia le aziende ad adottare politiche che supportino la diversità e l'inclusione, come l’equilibrio di genere nei team dirigenziali e la parità salariale. Misure come la rimozione dei pregiudizi di genere nei processi di selezione e di valutazione delle performance aiutano a costruire una cultura in cui uomini e donne possano perseguire il successo senza pregiudizi legati alla loro immagine personale.
Libri & Link di approfondimento
"Lean In" di Sheryl Sandberg
In questo bestseller, si esplora il tema del successo femminile nel mondo del lavoro, affrontando pregiudizi di genere, insicurezze e le difficoltà che le donne incontrano nel raggiungere posizioni di leadership. Sheryl Sandberg invita le donne a “avanzare” (lean in) nella loro carriera, affrontando le sfide del Bias del Successo.
Valore pratico: Ottimo per chi desidera trovare ispirazione e strumenti superare gli ostacoli legati al genere e alla percezione del successo.
"Presence" di Amy Cuddy
Amy Cuddy, psicologa e ricercatrice, esplora come il linguaggio del corpo e la postura possano influenzare la percezione di sé e degli altri. In particolare, il libro si concentra su come le donne possano abbattere i pregiudizi e costruire la loro fiducia attraverso il potere della presenza.
Valore pratico: ideale per le donne che vogliono migliorare la loro autostima e la percezione del loro successo, con strategie pratiche per influenzare positivamente come vengono viste nel contesto professionale. Nella Newsletter Alfa #00 ho condiviso anche un video a riguardo.
"Rising Strong" di Brené Brown
In questo libro si esplora come il fallimento, la vulnerabilità e il coraggio siano elementi fondamentali per raggiungere il successo, specialmente per le donne che spesso devono affrontare sfide emotive uniche.
Valore pratico: aiuta a capire come usare le difficoltà per crescere e imparare, essenziale per chi vuole affrontare il fallimento e il pregiudizio in modo positivo.
Articoli
Research: How Anxiety Shapes Men’s and Women’s Leadership Differently – Harvard Business Review
L’articolo esplora lo stereotipo secondo cui che le donne sono troppo emotive per essere leader efficaci. Contrariamente a questa credenza, una ricerca su 137 coppie leader-dipendente in Europa, condotta nelle prime fasi della pandemia di Covid-19, indica che le donne sono, in realtà, meno inclini a lasciare che le emozioni influenzino negativamente i loro comportamenti di leadership rispetto agli uomini.
Valore pratico: studi e consapevolezza capire sui pregiudizi di genere.
"How Women Can Escape the Likability Trap" – The New York Times
L’articolo esplora il Bias del Successo e vengono analizzati i comportamenti che le donne devono adottare per non sembrare troppo dure o troppo deboli.
Valore pratico: come navigare tra i pregiudizi senza compromettere l’autenticità.
"75% Of Women Executives Experience Imposter Syndrome In The Workplace?" – Forbes
Questo articolo discute il fenomeno della sindrome dell'impostore e il sentimento di inadeguatezza.
Valore pratico: risorse pratiche per superare le insicurezze legate al successo.
Muoviti e Vestiti
Mi piacerebbe concludere ogni Newsletter Alfa con delle pillole relative al linguaggio non verbale, attinenti alla storia raccontata. In questo caso ho scelto un movimento e un capo di abbigliamento che descrivono l’adattamento, l’apertura verso le situazioni, ma anche l’auto-compassione. Se ti interessa approfondire questo lato, puoi seguirmi su Instagram.
Muoviti: cambré. Nel cambré en arrière si inarca il busto verso l'indietro, lasciando che anche la testa segua il movimento per formare un’armoniosa curva. Questo movimento è l’emblema della fluidità e dell’apertura. Provalo (dopo un adeguato stretching alla schiena, mi raccomando), adattati a ciò che stai vivendo, ma apriti nuove visioni e opportunità.
Vestiti: poncho. Martha Stewart al suo rilascio, sceglie di indossare un poncho in lana, cucito a mano da una sua compagna detenuta. Effettivamente, ho trovato la scelta molto azzeccata, esprime bene la necessità di non essere più cos-stretta in qualcosa. Indossalo se hai bisogno di comfort, di aria.


Grazie per la condivisione!